Gli stralci qui di seguito sono tratti da Taiaki – gli annali della spada Taia – di Takuan Soho
Presumibilmente, poiché sono un artista delle arti marziali, non combatto per vincere o perdere, non mi preoccupo della forza o della debolezza, sono imperturbabile.
Chi segue la via delle arti marziali, il cammino di autoconsapevolezza cerca la strada al di là delle dicotomie, del mondo polare nel quale prevale il bisogno di vincere o la paura di perdere, così facendo si può rimanere imperturbabili. Ciò non vuol dire essere freddi e vivere distaccati dalla vita ma significa non coinvolti nell’apparente dramma dell’esistenza.
Il nemico non si accorge di me, né io di lui.
Il nemico vede solo l’apparenza non il vero Io, al contrario l’artista delle arti marziali non vede l’io apparente e falso ma percepisce la sua vera essenza. L’io vero non né struttura né forma, non nasce e non muore
Penetrando in una dimensione in cui cielo e terra non sono ancora distinti l’uno dall’altra, in cui yin e yang non sono ancora giunti, ottengo di certo e subito un grande effetto.
La dimensione della pratica è la dimensione dell’assoluto, del non-diviso
L’uomo che sa, usa la spada, ma non uccide altri uomini. Usa la spada e dà agli altri la vita. Uccide solo quando è necessario. Quando è necessario (diversamente) da la vita.